Di LEE HALL
Traduzione dall’inglese Edy Quaggio
Regia e spazio scenico Sandro Mabellini
Interpretazione e danza Caroline Baglioni
Cura del movimento Giselda Ranieri
Sound designer Jacopo Cerolini
Light designer Patrick Vitali
Foto di Elisa Brufani
Produzione Teatro delle Briciole Solares Fondazione delle Arti
In accordo con Arcadia & Ricono Ltd per gentile concessione di United Agents Ltd
Più la tecnica progredisce, più penetra nelle pieghe della vita quotidiana e tanto meno ci confrontiamo alla sofferenza delle persone malate; i morti scompaiono il più rapidamente possibile nei meccanismi ben oliati dei servizi funebri. C’è una distanza sempre più profonda tra coloro che possono pienamente “godersi” la propria vita e quella degli altri che in qualche modo “deragliano” dall’ordinario. Quando si tratta di un* bambin, il problema si aggrava, diventa quasi un tabù. Parlare della sofferenza di un bambin* e particolare di un* bambin* cosiddett* “anormale”, è insopportabile. Con Faccia di cucchiaio, monologo di una ragazzina due volte condannata (dall’autismo, dal tumore), Lee Hall dopo Billy Elliot e Rocketman ha di nuovo ha scritto uno dei suoi pezzi che lasciano a bocca aperta. Ha il raro talento di destreggiarsi fra tutti gli ingredienti del melodramma senza mai esserlo – melodrammatico – neanche per un momento. Perché possiede un’arma feroce: l’umorismo: Questa capacità di superare le situazioni più disperate attraverso l’intelligenza e lo spirito.
L’obiettivo della messa in scena di questo capolavoro di drammaturgia contemporanea è quello di aumentare il livello di amore nel genere umano; obiettivo non semplice – sicuramente ambizioso – ma assolutamente raggiungibile, grazie alla scrittura in stato di grazia di uno dei migliori autori viventi.
Lo spettacolo vorrebbe – in linea con la scrittura – creare una sorta di rito collettivo i cui protagonisti sono gli esseri umani, quelli evocati nella storia, ma anche quelli presenti in sala, artisti, spettatori e personale del teatro.
Vorrebbe regalare un po’ di luce. E di Compresenza; tra il mondo dei vivi e di quelli che non ci sono più.
Teatro al parco – Parco Ducale, 1, 43125 Parma PR