Incontri Teatro

7/1 – “Il barbiere di Siviglia” al Regio, prove aperte per gli under30

IL BARBIERE DI SIVIGLIA,

PROVE APERTE

Tante le sorprese per la prova riservata agli under30

di domenica 7 gennaio, ore 20.00, con la performance di Teatro Necessario, i barbieri di Depot Barber&Co., e l’aftershow con dj-set.

È aperta a tutta la cittadinanza la prova di mercoledì 10 gennaio,

ore 15.30 (biglietti disponibili da venerdì 5 gennaio).

CARTELLA STAMPA

Illustrazione Giulia Rosa

Si avvicina il debutto de Il barbiere di Siviglia, l’opera di Gioachino Rossini che inaugura la Stagione Lirica 2024, e sono tante le sorprese che attendono il pubblico degli under30, in occasione della prova aperta loro riservata, domenica 7 gennaio 2024, ore 20.00.

La serata si aprirà alle ore 19.30 con la rocambolesca performance di Teatro Necessario tratta dallo spettacolo Nuova Barberia Carloni. Protagonisti, tre aspiranti barbieri (Leonardo Adorni, Jacopo Maria Bianchini, Alessandro Mori) che accoglieranno il pubblico in foyer con singolari dimostrazioni di abilità, immergendoli nell’atmosfera di una barberia d’altri tempi.

Durante la serata, inoltre, i barbieri di Depot Barber&Co. saranno pronti nelle loro postazioni per acconciare le barbe e i baffi dei giovani spettatori, al loro ingresso, durante l’intervallo e, infine, durante l’aftershow nelle sale del Ridotto, con il dj-set di Alessandro Capra (in arte Dj Chèvre).

La prova, al costo di €10,00, è strettamente riservata al pubblico degli under30; il biglietto per l’aftershow (€5,00) è acquistabile su vivaticket.com.

È aperta a tutta la cittadinanza la prova di mercoledì 10 gennaio 2024, ore 15.30. I biglietti (€10,00) sono disponibili presso la Biglietteria del Teatro Regio di Parma a partire da venerdì 5 gennaio.

PRIMA CHE SI ALZI IL SIPARIO

A poche ore dalla prova riservata agli under30, domenica 7 gennaio 2024, alle ore 17.00, al Ridotto del Teatro, l’incontro di Prima che si alzi il sipario dedicato alla scoperta del capolavoro rossiniano, a cura di Giuseppe Martini. Ad interpretare alcuni dei brani più celebri dall’opera, i cantanti del Conservatorio di Musica “Arrigo Boito” di Parma Anna Pieri, Lu Tong, Alex Franzò, Sun Tianfang, Xu Yikai, Hosung Lee accompagnati al pianoforte da Laura Soracco; coordinamento musicale di Donatella Saccardi. Ingresso libero.

BIGLIETTERIA, NUOVI ORARI DI APERTURA

La Biglietteria del Teatro Regio di Parma (Strada Giuseppe Garibaldi, 16/A 43121 Parma) è aperta da martedì a sabato dalle 10.00 alle 13.00, il mercoledì e il venerdì dalle 16.00 alle 18.00 e un’ora e mezza prima dello spettacolo.

Chiuso il lunedì, la domenica e i giorni festivi. In caso di spettacolo nei giorni di chiusura, la Biglietteria è aperta a partire da un’ora e mezza prima dello spettacolo.

Il pagamento presso la Biglietteria del Teatro Regio di Parma può essere effettuato con denaro contante in Euro, con assegno circolare non trasferibile intestato a Fondazione Teatro Regio di Parma, con PagoBancomat, con carte di credito Visa, Cartasi, Diners, Mastercard, American Express. I biglietti per tutti gli spettacoli sono disponibili online su teatroregioparma.it. L’acquisto online non comporta alcuna commissione di servizio.

Contatti: Tel. +39 0521 203999; e-mail: biglietteria@teatroregioparma.it

Rossini Opera Festival 2018. Foto Amati Bacciardi

L’OPERA

Il barbiere di Siviglia, opera buffa in due atti di Gioachino Rossini su libretto di Cesare Sterbini, inaugura la Stagione Lirica venerdì 12 gennaio 2024 ore 20.00 (recite martedì 16, giovedì 18, ore 20.00, e sabato 20 gennaio, ore 17.00). L’opera va in scena nel riallestimento in coproduzione con Rossini Opera Festival, con la regia, le scene e i costumi di Pier Luigi Pizzi, regista collaboratore e luci Massimo Gasparon. La partitura è nell’edizione critica della Fondazione Rossini, in collaborazione con Casa Ricordi, a cura di Alberto Zedda.

Il ventisettenne Diego Ceretta, al debutto nel titolo e per la prima volta al Teatro Regio di Parma, sarà sul podio della Filarmonica Arturo Toscanini e del Coro del Teatro Regio di Parma preparato da Martino Faggiani. In scena Maxim Mironov (Conte d’Almaviva, per la prima volta al Teatro Regio), Maria Kataeva (Rosina, per la prima volta a Parma), Andrzej Filończyk (Figaro, per la prima volta al Teatro Regio), Marco Filippo Romano (Don Bartolo), Roberto Tagliavini (Don Basilio), Elena Zilio (Berta), William Corrò (Fiorello / Un ufficiale), Licia Piermatteo (Lisa), Armando De Ceccon (Ambrogio).

Una fitta trama di inganni, stratagemmi e situazioni esilaranti, un linguaggio musicale brillante, un ritmo narrativo serrato fanno di quest’opera una delle più rappresentate al mondo. Un successo tutt’altro che scontato all’epoca del suo debutto, avvenuto il 20 febbraio 1816 al Teatro Argentina di Roma. Il confronto con Giovanni Paisiello, autore appena trent’anni prima di un’opera omonima tratta dallo stesso dramma di Beaumarchais, era talmente pesante che, si racconta, molti detrattori di Rossini erano presenti alla première con l’unico scopo di boicottarla.

“Casualità e intraprendenza stanno alla base della nascita dell’opera buffa più universalmente nota e rappresentata, la leggenda ne è il contorno inevitabile – spiega Giuseppe Martini. La leggenda riguarda il tempo di composizione, stimato in una quindicina di giorni fra 25 gennaio e 10 febbraio circa, dovendo andare in scena il 20 ed essendo già in ritardo; e la nota contestazione al debutto. Nel primo caso, va detto che Rossini era di suo veloce a scrivere, e quei tempi di lavoro erano comunque normali per l’epoca (e, nota, i recitativi secchi erano scritti da collaboratori); quanto alla contestazione, è d’uso incolparne i paisielliani, ma alcuni sono propensi oggi a motivarla anche con le novità proposte dall’impaginazione rossiniana rispetto alle convenzioni… Dopo il fiasco della prima sera (durante le prove, poi, era morto Cesarini Sforza) e le cinque repliche appena (il 27 finiva la stagione), il Barbiere ebbe successo crescente: in cinque-sei anni invase l’Europa, e nei decenni successivi sopravvisse alla crisi dell’opera buffa e di gran parte del repertorio rossiniano. Restò modello supremo nel proprio genere ed è tuttora una delle opere più rappresentate al mondo”

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