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Dal 14/1 al 7/2 – “Medeassolo s-concert” al Teatro Due

MEDEASSOLO S-CONCERT

da Seneca

di e con Valentina Banci


traduzione Paolo Magelli
musiche Arturo Annecchino

produzione Fondazione Teatro Due

Nei primi mesi del nuovo anno Fondazione Teatro Due dedica ai miti classici uno speciale focus, in cui ai testi antichi è data nuova voce attraverso la lettura e la sensibilità degli artisti contemporanei. La trasposizione in forma di monologo della tragedia classica Medea operata dall’attrice Valentina Banci in MedeAssolo S-concert, debutta a Teatro Due martedì 14 gennaio alle ore 20.30 con repliche fino al 7 febbraio (16, 17, 18, 22 e 25 gennaio e 5, 6 e 7 febbraio sempre alle ore 20.30).

Un soliloquio per voce e batteria che si intreccia con le musiche originali del maestro Arturo Annecchino partendo dal testo di Seneca, un viaggio introspettivo, un’esplorazione dei più reconditi meandri della psiche di Medea. A differenza della lettura che aveva dato Euripide di una Medea sconfitta e disperata per il tradimento dell’amato Giasone, che la abbandona per sposare Creusa, figlia di Creonte re di Corinto, la Medea di Seneca è travolta dalle fiamme dell’ira, è presa dal furor della vendetta in un crescendo di follia. Il tradimento che Medea ha subito non è solo quello d’amore, ma è molto più profondo, è quello di un ideale esistenziale, e nel testo di Seneca emerge la frattura psicologica che la porta alla follia.Facendosi abitare dai personaggi, di cui diventa quasi una vera e propria medium, Valentina Banci in MedeAssolo scende nel dramma di una donna e, uscendo dal cliché della maga vendicatrice, restituisce una Medea più moderna, più vicina alla nostra sensibilità.

Tutto è già accaduto, il più terribile degli atti commesso, ogni cosa perduta – racconta Valentina Banci. Medea, è una donna oltre il dolore, alla quale ho cercato di restituire quella umanissima disperazione che l’atto orribile dell’assassinio dei propri figli ci impedisce di considerare. E benché sia impossibile da perdonare, dando voce alle sue lacrime, ho sentito con chiarezza che ogni essere umano lasciato solo, lontano dalla sua cultura, esule in terra straniera, ripudiato, odiato e al quale sono strappati brutalmente i sogni più grandi, può perdersi e finire in un buio tale da non credere più neppure nell’amore più grande, quello di madre. Perché Medea è anche e soprattutto la tragedia dell’abbandono, dell’esclusione e dell’esilio. Ed è in questo senso che troviamo questo mito sempre pronto a parlarci profondamente e a ricordarci che in fondo, come ci dice Jaques Lacan, “Medea siamo noi”.

Informazioni e biglietteria: biglietteria@teatrodue.org – Tel.0521 230242 www.teatrodue.org

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