Per un futuro, immenso repertorio è il nuovo spettacolo di Paolo Rossi che unisce stand up a commedia dell’arte. I contenuti variano e sono sempre legati all’attualità: dal modificarsi del virus, alla guerra, alla crisi economica, “Mancano solo gli alieni. Gli zombie – precisa Rossi – abbondano già da un po’ e li incontriamo quotidianamente”. Ci sono racconti sulla nuova censura (political corretta), sulla cancellazione della memoria e della cultura, sulla dittatura del pensiero unico, sul virus dell’informazione. Fenomeni che un cantastorie non può fingere di non vedere.
Al centro della scena c’è l’attore, ci sono i personaggi che evoca o interpreta nelle varie affabulazioni, ma soprattutto c’è la persona. Attore, persona e personaggio, per allontanarsi dalle tradizionali rappresentazioni.
La parte musicale è eseguita rigorosamente dal vivo (e non dal morto) dai Virtuosi del carso (più che musici una pattuglia acrobatica) e si adatta anch’essa al mutamento.
E se teatro assemblea deve essere teatro assemblea sia
PS: Recitando col pubblico, e non al pubblico, ai presenti in sala è consentito intervenire, chiedere, interrompere, soprattutto restare svegli. In questo teatro, la quarta parete non esiste.
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