CASA NATALE
di Henry James
traduzione e adattamento Luigi Ferrari
con Cristina Cattellani, Paola De Crescenzo, Davide Gagliardini, Massimiliano Sbarsi, Francesca Tripaldi
costumi Elisabetta Zinelli
luci Luca Bronzo
regia Giacomo Giuntini
produzione Fondazione Teatro Due
Teatro Due, Parma
dal 12 al 22 dicembre 2024
Debutta a Teatro Due in prima nazionale il 12 dicembre alle ore 20.30 Casa Natale di Henry James, tradotto e adattato per il teatro da Luigi Ferrari e messo in scena da Giacomo Giuntini con Cristina Cattellani, Paola De Crescenzo, Davide Gagliardini, Massimiliano Sbarsi, Francesca Tripaldi.
Il romanzo breve The Birthplace fu scritto da Henry James nel 1902. Protagonista inanimata ma onnipresente del racconto, oltre che suo spazio fisico, è lei: la Casa Natale, luogo di nascita del Bardo – di William Shakespeare – sebbene il suo nome non ricorra mai nei sette capitoli che costituiscono il racconto originale. «La prima dimora del supremo Poeta, la Mecca della stirpe anglofona» la definisce lo stesso James, ponendo queste parole sulle labbra di Morris Gedge: il modesto bibliotecario di una cittadina della provincia inglese improvvisamente chiamato a diventarne custode e cicerone, insieme alla moglie Isabel, grazie alla tardiva riconoscenza di un uomo di potere.
L’impatto col silente mistero «del tempio laico più insolito e più sacro, tra tutti quelli noti all’umanità intera», in assenza tuttavia di ogni traccia reale del Bardo, e al tempo stesso la pressione esercitata dalla becera moltitudine delle orde di visitatori che affollano in ogni stagione il presunto Birthplace, affamate solo di invenzioni e bugie sulla sfuggente biografia giovanile del Poeta, pone in crisi le speranze, e soprattutto la fede, con cui Morris aveva intrapreso, accettandola, un’ormai inattesa avventura professionale ed esistenziale.
Personaggi e situazioni da vaudeville animano così – sino all’incandescenza di un finale ‘a sorpresa’ – una trama in cui il gusto per il tratto dialogico e l’esibizione di gesti e andamenti teatrali sembrano pervadere il procedimento narrativo, quasi che quanto accade in molte pagine del racconto si stia già svolgendo su un palcoscenico.
Henry James mette il dito nella piaga della nostra cattiva coscienza europea, alla luce del nostro rapporto inevitabile con il Passato – scrive il regista Giacomo Giuntini. Ecco che allora una dichiarazione di poetica e una visione letteraria (“È il dramma, la cosa che conta. Lasciamo perdere l’autore”) diventano un monito per ogni cittadino e cittadina d’Europa: come ci relazioniamo con il Passato? Esso diventa un valore, in quanto strumento critico di decodifica del nostro Presente, oppure l’ennesima merce nel mercato globale, magari declinata in chiave pop, perché lo spettacolo delle merci possa avere maggiore audience? Si chiami Verdi o Puccini, Shakespeare o Goethe, anche la Storia può essere business. Lucidamente, l’autore fa risaltare contraddizioni che viviamo quotidianamente, fra la vivibilità dei territori e gli eccessi dell’overtourism. Morris Gegde ha fatto la sua scelta. E noi che parte prendiamo?
Per informazioni e biglietteria: tel. 0521/230242, biglietteria@teatrodue.org