Di quadro in quadro, seguendo le proprie inclinazioni e passioni, si costruiscono collezioni. Mirka Caldarini e Giuseppe Fiorini, entrambi residenti a Colorno, hanno arricchito negli anni le loro dimore con opere d’arte. Le scelte di Caldarini sembrano essere più indirizzate verso artisti di chiara fama come Giuseppe Migneco o Carlo Mattioli e già consegnati ai repertori enciclopedici, mentre Fiorini si muove con maggiore istinto, rivendicando la necessità di conoscere personalmente l’autore e solo successivamente acquisirne le opere, eccezion fatta per Goliardo Padova che non ha avuto modo d’incontrare se non attraverso i suoi lavori..Mirka predilige un linguaggio più figurativo, nei solchi della tradizione (Ermanno Ponzi, Michele Cascella, Eliano Fantuzzi, Walter Piacesi, Alberto Volpi, Franco Azzinari, Romano Mussolini, Etrusco, Michele Spotorno, Roberto Micheli), se si escludono il lirismo pittorico di Ernesto Treccani e l’astrazione del livornese Eugenio Pardini, mentre Fiorini appare sempre tendenzialmente indirizzato verso un linguaggio dalle tinte forti, di marca espressionista. In questo solco si va dallo “slancio vitale”, dall’esistenzialismo naturalista di Padova alla dirompente matericità cromatica e ai vorticismi vangoghiani di Dario Rossi, passando per l’humanitas e la quiete bucolica, quasi virgiliana di Luigi Pastori. Ma Fiorini è anche eclettico e così troviamo nella sua raccolta anche le astrazioni cosmiche, i dripping inquieti e folli di Gianluca Ugoletti oppure le più meditative e rothkiane composizioni informali di Roberto Peroncini.
Egli pare inseguire il richiamo irresistibile dell’arte in tutte le sue declinazioni, come un cercatore d’oro intuisce la presenza della vena nascosta, quindi anche nell’apparente ingenuità della pittura naïf, quale è quella di Clelia Rossi, semplice ma evocativa di simboli, di riti antichi. E a contrasto, ecco le articolate pitture surreali, cariche di rimandi colti, di Renato Ischia. Non solo pittura, ma anche fotografia invece per la Caldarini, che propone in esposizione anche un’immagine di Luigi Bussolati: le schede madri dei computer, le componenti interne diventano metropoli luminose viste dall’alto, il microcosmo diventa macrocosmo, imponendo un’interessante riflessione sulle apparenze e sulle analogie.
In tutto sono 22 autori e solo 4 di essi viventi, ancora attivi e produttivi.
Si ha così una panoramica dell’arte del ‘900, dal realismo, post-impressionismo, astrattismo, informale, naïf, espressionismo e percorrendo questa galleria si ha l’impressione di ascoltare tante voci e cogliere tante suggestioni. Il filo rosso che le unisce è la vera arte, quella autentica che avvince il collezionista in primis e poi gli spettatori che hanno l’opportunità di accedere alle loro raccolte.
Dal 22/10/2022 al 02/11/2022
Da martedì a sabato 10.00 – 12.30 / 16.00 – 19.00 Domenica 16.00 – 19.00 Lunedì chiuso – Lunedì 24 ottobre ore 16-19.
Chaos Art Gallery – Vicolo al Leon d’Oro, 8, Parma PR