Incontri Teatro

Dal 6 al 23/4 – “L’istruttoria” al Teatro Due

L’ISTRUTTORIA
di Peter Weiss

traduzione di Giorgio Zampa

SPAZIO BIGNARDI
6 aprile, ore 20:30
14 e 22 aprile, ore 20:30
16 e 23 aprile, ore 16:00

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con
Roberto Abbati, Paolo Bocelli, Cristina Cattellani, Laura Cleri,
Paola De Crescenzo, Davide Gagliardini, Pino L’Abbadessa,
Milena Metitieri, Massimiliano Sbarsi
e Davide Carmarino (esecuzione musicale)

musiche originali Alessandro Nidi
costumi Nica Magnani
luci Claudio Coloretti

regia Gigi Dall’Aglio

produzione Fondazione Teatro Due

Il dovere di ricordare, la memoria dell’Olocausto, l’arte di mantenere un impegno rispetto alla storia: L’Istruttoria, capolavoro del teatro documentario europeo composta da Peter Weiss attingendo alle deposizioni processuali dei testimoni e dei sopravvissuti di Auschwitz, nel 1984 è stata messa in scena dal Teatro Due di Parma diretta da Gigi Dall’Aglio. L’allestimento è divenuto un cult teatrale che ha conosciuto importanti tournée in Italia e all’estero e che, da oltre trentacinque anni, torna ogni anno sul palco del Teatro Due.

Con il turbamento de L’Istruttoria ci ho convissuto, insieme al gruppo dei miei colleghi in teatro, per una bella fetta della mia vita, replicando per più di trent’anni il testo di Peter Weiss, dove diamo corpo alla memoria di quella catastrofe, di quella Shoah. Se dopo tanti anni di palcoscenico potevo aver avuto qualche cedimento, il mio viaggio ad Auschwitz ha raddoppiato, per esatta sovrapposizione, la coscienza della mia scrittura scenica e della mia collocazione in quella dimensione rituale che la nostra Istruttoria, con il suo passaggio nella storia di questi ultimi decenni, ha reso ricca di tensione e di necessità.
Ai miei soci devo riconoscere che questa spinta propulsiva non è mai venuta meno e che hanno sempre saputo mantenere viva l’attenzione al feedback politico ed emotivo del pubblico.
In tanti anni è invecchiato solo il corpo dello spettacolo: i muri, le vernici, gli oggetti e i corpi dei celebranti, ma il rito si è mantenuto solidamente laico e facilmente dialettico come il senso del teatro richiede, sostenuto dall’intelligenza dei corpi e dalla scenografia che si corrompe con biologica consapevolezza, e sorretto dal grande respiro di un pubblico che è stato reso presente e consapevole.

Gigi Dall’Aglio

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