L’uomo piglia a materia anche se stesso, e si costruisce, sissignori, come una casa.
Voi credete di conoscervi se non vi costruite in qualche modo? E ch’io possa conoscervi se non vi costruisco a modo mio? E voi me, se non mi costruite a modo vostro? Possiamo conoscere soltanto quello a cui riusciamo a dar forma. Ma che conoscenza può essere? È forse questa forma la cosa stessa? Sì, tanto per me, quanto per voi; ma non così per me come per voi: tanto vero che io non mi riconosco nella forma che mi date voi, né voi in quella che vi do io; e la stessa cosa non è uguale per tutti e anche per ciascuno di noi può di continuo cangiare, e difatti cangia di continuo.
Eppure, non c’è altra realtà fuori di questa, se non cioè nella forma momentanea che riusciamo a dare a noi stessi, agli altri, alle cose. La realtà che ho io per voi è nella forma che voi mi date; ma è realtà per voi e non per me; la realtà che voi avete per me è nella forma che io vi do; ma è realtà per me e non per voi; e per me stesso io non ho altra realtà se non nella forma che riesco a darmi.
E come? Ma costruendomi, appunto.
L. Pirandello, Uno, nessuno, centomila
Proviamo a pensare ad ogni opera d’arte come all’espressione di un’intera vita, di una personalità viva, di un individuo. Pirandello ci dice che ognuno di noi costruisce se stesso attraverso quello che pensa di sé, attraverso ciò che che decide di essere insieme a quello che gli altri vedono di noi. In che modo si può però dare una definizione netta di ciò che cambia continuamente?
Come l’uomo costruisce se stesso come una casa, così ogni opera d’arte si plasma, muta e crea la propria esistenza partendo dalle mani dell’artista. Ogni opera di Cesare Berlingeri, Rabarama e Andrea Terenziani parte da una materia diversa, dalla tela di un sipario, dal bronzo o dalla resina, ed attraverso di essi l’idea prende vita e diventa un’entità concreta e visibile. Da qui in avanti il percorso di ognuna delle opere si dirama in infinite possibilità, per quanto un’artista possa avere una definizione precisa del significato di ogni singola scultura o piegatura, l’opera troverà la sua personalità piena attraverso gli occhi di chi avrà il privilegio di osservarla. L’arte dà forma all’idea, ma trova piena espressione attraverso l’emozione di ognuno davanti ad essa. Una piegatura di Cesare Berlingeri per qualcuno può significare un cambiamento oppure al contrario ripiegare idealmente un momento presente per conservarlo, le città di Terenziani evocheranno un ricordo differente in ognuno così come la pelle delle creazioni di Rabarama rappresenterà simbologie care o significative.
Anche la lettura di un’opera d’arte può essere quindi ogni volta una rilettura: l’emozione che suscita può cambiare anche nel corso del tempo, in quanto possiamo essere diversi da un momento all’altro della nostra esistenza, nella quale la stessa opera può avere sempre valenze differenti.
Oltre aelle loro competenze artistiche, il grande fascino di artisti come Berlingeri, Rabarama e Terenziani risiede nella loro capacità di parlare al pubblico in modo mai statico, ma mutevole e complesso: la mostra Materia è l’incontro di questi tre artisti che hanno saputo plasmare la materia, dandole un’anima e creando delle metafore visive che racchiudono in sé significati profondi e tutt’altro che fissi ed immutabili.
Materia, Cesare Berlingeri, Rabarama, Andrea Terenziani alla galleria ART&CO di borgo Palmia 4/B a Parma dal 26 Febbraio al 6 Maggio 2022.
INAUGURAZIONE: Sabato 26 Febbraio dalle ore 18:00.