Per Parma Capitale Italiana della Cultura 2020+21 è esposta a Palazzo del Governatore la creazione fotografica realizzata dall’artista e fotografo Luca Stoppini. PERCHE’ ERA LUI PERCHE’ ERO IO – Metamorfosi della città nello spazio del teatro A/R, Progetto Speciale Reggio Parma Festival 2019 è stato inserito nelle proposte culturali del doppio anno di Capitale con il contributo del Mibact.
Protagonisti del racconto fotografico di Stoppini sono gli Attori dell’Ensemble Stabile Teatro Due e la relazione con la Città di Parma, in particolare con gli spazi da loro eletti “luoghi dell’anima”.
La scoperta di questi luoghi e dei loro abitanti ha costituito un sorprendente viaggio antropologico che ha portato all’incontro e alla partecipazione di molte persone.
Perché era lui perché ero io è un’indagine alla scoperta di luoghi e umanità, che, attraverso il cuore degli attori, si riappropria di siti del quotidiano, spazi in cui il tempo rimane sospeso. Così, se gli Spazi del Teatro diventano lente d’ingrandimento per figure quotidianamente nascoste, spesso protagonisti potenti ma invisibili nella mediaticità quotidiana, i luoghi della Città scelti dagli attori si trasformano quasi in una rivelazione dello spazio intimo, invisibile di ognuno.
Gli attori dell’Ensemble Stabile – Roberto Abbati, Cristina Cattellani, Laura Cleri, Paola De Crescenzo, Gigi Dall’Aglio, Davide Gagliardini, Luca Nucera, Massimiliano Sbarsi, Nanni Tormen, Emanuele Vezzoli – insieme all’Orto botanico, l’Abbazia di San Giovanni, la Stazione ferroviaria, la Galleria Nazionale, il Tempietto d’Arcadia del Parco Ducale, l’Istituto d’Arte P. Toschi, la Chiesa dell’Annunciata, il Bar Gianni, l’Osteria Artaj, la Libreria del Centro Torri con i loro “abitanti” abituali e agli spazi del Teatro Due sono al centro di un inaspettato dialogo visivo che Luca Stoppini, artista e fotografo dalla raffinata sensibilità teatrale, ha realizzato creando una sorta di Città e il suo doppio: il Teatro. Un nuovo, possibile gioco di specchi dove il tempo è sospeso e la percezione dello spazio e della città diventa forse oggetto di una domanda da porsi e da porre in questo nostro presente carico di incertezze. È come se fossero i muri della città, coperti da grandi affissioni pubblicitarie, ad entrare dentro il Palazzo del Governatore; qui l’attore diventa protagonista della “scena quotidiana” e il cittadino protagonista della “scena immaginifica”.
La mostra è accompagnata da un catalogo edito da Skira. Ispirata alle riviste d’arte americane degli anni ’80, la pubblicazione raccoglie tutte le opere esposte in mostra e il contributo, fra gli altri, di Sergio Risaliti, Direttore del Museo Novecento di Firenze.
Luca Stoppini, professionista dell’immagine a 360°, nasce a Milano nel 1961. Inizia la sua esperienza lavorativa nel mondo della moda nel 1981 nel team creativo di Condé Nast Italia, occupandosi della rivista cult degli anni ’80 Vanity Fashion diretta da Anna Piaggi. Nel 1991 diventa direttore artistico di Vogue Italia e in seguito de L’Uomo Vogue e Casa Vogue, incarichi che mantiene fino al 2017. Oggi è il direttore creativo di ICON, periodico di moda e costume edito da Gruppo Mondadori, COLLECTIBLE DRY – MY FAVOURITE THING periodico di moda, arte, cultura e collezionismo edito da Collectible Media London, IL LIBRO, periodico d’arte edito da Voena Publishing.
Lo studio di consulenza creativa e di comunicazione da lui fondato nel 1991, LucaStoppiniStudio, collabora da quasi trent’anni con prestigiosi brand internazionali di moda, case editrici, musei, teatri e fondazioni in tutto il mondo, fra cui: Dolce & Gabbana – Moncler – Chanel – Giorgio Armani – Valentino – Camera Nazionale della Moda Italiana – La Biennale di Venezia – Triennale di Milano – Fondazione Cartier per l’Arte Contemporanea – Victoria and Albert Museum di Londra – Fondazione Teatro Due di Parma – Teatro la Fenice di Venezia – Teatro Nazionale di Torino – Teatro alla Scala di Milano.
Designer grafico, ma soprattutto artista puro, Stoppini sperimenta una grande varietà di materiali e di tecniche, per realizzare opere immagini bi e tridimensionali: fra i suoi strumenti più consoni, veloce e versatile per prendere appunti visivi non stop, per annotare estemporaneamente situazioni e momenti, ma anche per registrare e trasporre soggetti, suggestioni, colori e patine della vita nel suo lavoro d’artista, la macchina fotografica digitale si è trasformata in una congeniale, irrinunciabile estensione del proprio sguardo. Coniugando Arte, Fotografia e Teatro, partecipa a numerose mostre in Italia e in America.
Palazzo del Governatore, Parma
27 settembre – 1 novembre 2020
dal martedì al venerdì 15.00/19.00
sabato e domenica 10.00/19.00
Ingresso libero
www.teatrodue.org