È una misteriosa “signora in grigio” la protagonista di questo monologo affascinante e conturbante creato dalla penna raffinata di Will Eno. Una donna, un’attrice certo, che aspetta il suo pubblico per poter parlare, per potersi confidare, per raccontare di sé. Per mettersi a nudo. Simbolicamente e, forse, concretamente.
Proprio sul filo di una sottile seduzione, di un gioco provocatorio quanto basta per poter spostare continuamente il piano emotivo, si struttura questo Lady Grey, con le luci sempre più fioche. Ma il racconto è soprattutto lo svelamento di un animo umano, di una tranche de vie che testimonia la sempre faticosa costruzione di una identità. Come si diventa ciò che siamo? Quando e perché la vita ha preso certe direzioni? Potrebbe avere il tono di una conferenza semiseria, questo monologo, e invece assume – come spesso accade nella scrittura del drammaturgo americano – i toni incalzanti di un vero e proprio dialogo senza reticenze, eppure pieno di dubbi, di incertezze, di domande.
È un’attrice, dunque, la protagonista, e il suo potrebbe essere banalmente “teatro”: eppure nella finzione si tocca sempre il massimo di verità. A partire da un compito che si fa nelle scuole statunitensi e non solo, il “mostra e dimostra”, ovvero portare in classe qualcosa – un libro, un oggetto, una foto – che sia esplicativo del proprio essere, la Lady Grey del titolo sceglie di portare se stessa: di dimostrarsi e mostrarsi, appunto, per quel che è, per quel che è diventata. Ad interpretare questo intenso flusso di ricordi è una giovane attrice in costante crescita, Alice Giroldini, diretta con complicità da Marco Maccieri. E Lady Grey concorre all’omaggio che il Teatro Nazionale di Genova ha inteso fare alla scrittura di Will Eno, assieme a Thom Pain, interpretato da Alberto Giusta.
Spettacolo vincitore del Premio Miglior Spettacolo, Miglior Attrice ad Alice Giroldini e del Premio della Stampa al Roma Fringe Festival 2022.
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